LA LIBERAZIONE DELLA DONNA: UN'ESIGENZA DEL FUTURO – PARTE 1
Discorso di Sankara in occasione della giornata internazionale della donna a Ouagadougou l’8 marzo 1987
Sotto suggerimento di Claudio che ci invta a leggere questo bellissimo discorso sulle donne...
Non accade spesso che un uomo si possa rivolgere a così tante donne in una volta. Né accade spesso che un uomo possa suggerire a così tante donne in una sola volta le nuove lotte da intraprendere. La prima timidezza che assale l’uomo coincide con il momento in cui diviene cosciente che sta guardando una donna.
Così, compagne militanti, capirete che malgrado la gioia e il piacere che provo a indirizzarmi a voi, rimango comunque un uomo, che vede in ciascuna di voi la madre, la sorella o la sposa. Vorrei anche che le nostre sorelle venute sin qui da Kadiogo e che non comprendono il francese - la lingua straniera in cui pronuncerò questo discorso - siano indulgenti con noi come lo sono sempre state, loro che, nostre madri, hanno accettato di portarci nel ventre per nove mesi senza lamentarsi.
Compagne, la notte del 4 agosto ha dato al popolo burkinabé un nome e al nostro paese un orizzonte. Corroborati dalla linfa vivificante della libertà, i burkinabé, gli umiliati e proscritti di ieri, hanno ricevuto lo scettro di quel che c’e di più Caro al mondo: la dignità e l’onore. Da allora, la felicità e diventata accessibile e ogni giorno avanziamo nella sua direzione, mentre le nostre lotte testimoniano i grandi passi avanti che abbiamo già compiuto. Ma la felicità egoista non è che un’illusione e noi abbiamo una grande assente: la donna. La donna è stata esclusa da questa processione felice.
Se degli uomini sono già ora vicini al grande giardino della rivoluzione, le donne sono ancora confinate nella loro oscurità spersonalizzante, confrontandosi in silenzio o con clamore sulle esperienze che stanno trasformando il Burkina Faso e che per loro non sono finora che dei clamori.
Per gli uomini, le promesse della rivoluzione sono gia realtà. Per le donne, invece, non sono ancora che rumori. Eppure è da loro che dipendono la verità e l’avvenire della nostra rivoluzione: questioni vitali, questioni essenziali perché nel nostro paese non si potrà fare nulla di completo, nulla di decisivo, nulla di duraturo finché questa parte importante di noi stessi sarà mantenuta in questo assoggettamento imposto per secoli dai diversi sistemi di sfruttamento. Gli uomini e le donne del Burkina Faso dovranno d’ora in poi modificare profondamente l’immagine che hanno di se stessi all’interno di una società che non solo determina nuovi rapporti sociali, ma provoca un mutamento culturale sconvolgendo i rapporti di potere fra uomini e donne ed imponendo agli uni e alle altre di ripensare alla propria natura. E’ un compito temibile ma necessario. Si tratta di permettere alla nostra rivoluzione di dispiegare tutte le sue potenzialità, di rivelare il suo significato autentico in questi rapporti immediati, naturali, necessari, dell’uomo e della donna, che sono i rapporti più naturali fra esseri umani.
Ecco dunque fino a che punto il comportamento naturale dell’uomo è diventato umano e fino a che punto la sua natura umana è diventata la sua natura.
Questo essere umano, vasto e complesso conglomerato di dolori e gioie, di solitudine nell’abbandono e tuttavia culla creatrice dell’immensa umanità, quest’essere di sofferenza, frustrazione e umiliazione, eppure fonte inesauribile di felicità per ciascuno di noi; luogo incomparabile di ogni affetto, sprone per atti di coraggio più inauditi; questo essere definito debole ma incredibile fonte di ispirazione delle vie che portano all’onore; questo essere, verità carnale e certezza spirituale, questo essere, donne, siete voi! Voi, che ci cullate e accompagnate per tutta la vita, voi compagne della nostra lotta, e che per questo, in tutta giustizia, dovete imporvi come partner eguali nel festeggiare la vittoria della rivoluzione.
E’ in questa luce che tutti, uomini e donne, dobbiamo definire e affermare il ruolo e il posto delle donne nella società.
Si tratta dunque di restituire all’uomo la sua vera immagine facendo trionfare il regno della libertà al di là delle differenze naturali, liquidando tutti i sistemi ipocriti che consolidano il cinico sfruttamento della donna.
In altri termini, porre la questione femminile nella società burkinabé di oggi, è voler abolire il sistema schiavistico in cui la donna è stata mantenuta per millenni. E prima di tutto voler comprendere questo sistema nel suo funzionamento, coglierne la vera natura in tutte le sue sottigliezze per riuscire a condurre un’azione capace di portare all’affrancamento di tutte le donne.
In altri termini, per vincere una lotta che è comune alla donna e all’uomo occorre conoscere tutti i contorni della questione femminile, tanto a livello nazionale che universale, e capire che oggi la lotta della donna burkinabé si congiunge alla lotta universale di tutte le donne, e più in generale, a quella per la riabilitazione totale del nostro continente.
La condizione della donna è quindi il nodo di tutta la questione umana, qui, là, ovunque. Ha un carattere universale.