LA LIBERAZIONE DELLA DONNA: LA NOSTRA RIVOLUZIONE E L'EMANCIPAZIONE DELLA DONNA – PARTE 9
Discorso di Sankara in occasione della giornata internazionale della donna a Ouagadougou l’8 marzo 1987
A livello dei ministeri incaricati dell’istruzione si cercherà soprattutto di far si che l’accesso delle donne all’istruzione stessa sia una realtà, una realtà che significherà fare un passo importante verso l’emancipazione. Questo è tanto vero che ovunque le donne hanno accesso all’istruzione, il cammino verso l’emancipazione si è trovato accelerato.
Uscire dalla notte dell’ignoranza permette in effetti alle donne di esprimersi e di utilizzare lo strumento del sapere per mettersi a disposizione della società. Dal Burkina Faso dovrebbero sparire tutte le forme ridicole e retrograde che facevano ritenere importante e profittevole solo l’istruzione dei ragazzi, mentre quella delle ragazze era giusto un regalo.
L’attenzione dei genitori per la scuola delle ragazze dovrà diventare pari a quella accordata ai ragazzi, di cui vanno fieri. Infatti, le donne hanno dimostrato di essere eguali agli uomini a scuola, quando non addirittura migliori, ed hanno diritto all’istruzione per imparare e sapere, per essere libere.
Nelle future campagne di alfabetizzazione, i tassi di partecipazione femminile dovranno essere innalzati per corrispondere al peso numerico delle donne nella popolazione del paese, dato che sarebbe un’ingiustizia troppo grande quella di mantenere nell’ignoranza una parte così rilevante della popolazione, la metà.
A livello dei ministeri che si occupano di lavoro e di giustizia, i testi dovranno adattarsi costantemente al mutamento che la nostra società ha conosciuto dopo il 4 agosto 1983, affinché l’eguaglianza di diritti fra l’uomo e la donna diventi una realtà tangibile. Il nuovo codice del lavoro, in corso di preparazione e di dibattito, dovrà essere l’espressione della profonda aspirazione del nostro popolo alla giustizia sociale e dovrà segnare una tappa importante nell’opera di distruzione dell’apparato neocoloniale. Un apparato di classe che è stato concepito e modellato dai regimi reazionari per perpetuare il sistema di oppressione delle masse popolari e in particolare delle donne. Come possiamo continuare ad ammettere che per uno stesso lavoro la donna guadagni meno dell’uomo? Possiamo ammettere il levirato [3] e la dote che riducono le nostre sorelle e le nostre madri a status di beni materiali oggetto di transazioni? Tante e tante cose le leggi medioevali continuano a imporre al nostro popolo e alle donne del nostro popolo. È giusto che finalmente si renda giustizia.
A livello dei ministeri incaricati della cultura e della famiglia, un accento particolare sarà posto sulla nascita di una nuova mentalità nei rapporti sociali, in stretta collaborazione con l’Unione delle donne del Burkina. Con la rivoluzione, la madre e la sposa hanno importanti ruoli specifici da giocare nel quadro delle trasformazioni in corso. L’educazione dei bambini, la gestione corretta dei bilanci familiari, la pratica della pianificazione familiare, la creazione di una certa atmosfera in famiglia, il patriottismo sono elementi importanti che debbono contribuire efficacemente alla nascita di una morale rivoluzionaria e di uno stile di vita antimperialista, preludio di una società nuova.
In famiglia, la donna dovrà sforzarsi di contribuire al miglioramento della qualità della vita. In quanto burkinabé, vivere bene significa nutrirsi bene e vestirsi con tessuti del paese. Si tratterà di mantenere un quadro di vita pulito e piacevole, perché questo ha una ricaduta molto importante sui rapporti fra i membri della famiglia. Un ambiente sporco e brutto provoca rapporti della stessa natura.
Inoltre, la trasformazione della mentalità sarebbe incompleta se la donna nuova dovesse vivere con un uomo che appartiene al vecchio genere. L’effettivo complesso di superiorità degli uomini sulle donne non e force più pernicioso e determinante nella famiglia in cui la madre, complice e colpevole, educa i figli secondo inique regole sessiste? Sono le donne che perpetuano i complessi di genere fin dalle prime fasi dell’educazione e della formazione del carattere.
D’altra parte, a che servirebbe il nostro attivismo per mobilitare il militante durante il giorno, se di sera il neofita si ritrova di fronte una donna reazionaria che lo smobilita? E che dire delle incombenze casalinghe, impegnative e abbrutenti che trasformano in robot e non lasciano alcuno spiraglio per la riflessione!
Ecco perché occorre assolutamente agire nei confronti degli uomini e nel senso della messa in opera, su larga scala, di infrastrutture sociali come gli asili nido, le scuole materne popolari, le mense. Sarà cosi permesso alle donne di partecipare più facilmente alla discussione rivoluzionaria, all’azione rivoluzionaria. Il bambino che viene rigettato come mal riuscito per colpa della madre, o che viene monopolizzato come vanto del padre dovrà essere una preoccupazione per tutta la società che dovrà fargli godere della sua attenzione e del suo affetto. D’ora in poi, l’uomo e la donna si divideranno i compiti domestici.
Il piano d’azione per le donne dovrà essere uno strumento rivoluzionario per la mobilitazione generale di tutte le strutture politiche e amministrative nel processo di liberazione della donna. Compagne militanti, ve lo ripeto, per corrispondere ai bisogni reali delle donne questo piano sarà oggetto di discussione a tutti i livelli nelle strutture dell’UFB.
L’UFB è un organismo rivoluzionario. In questo senso e una scuola di democrazia popolare retta da principi organizzativi quali la critica, l’autocritica ed il centralismo democratico. Intende prendere le distanze dalle organizzazioni nelle quali la mistificazione si è imposta sugli obiettivi reali. Ma questa differenza sarà effettiva e stabile solo se le militanti dell’UFB condurranno una lotta risoluta contro gli errori che purtroppo persistono in certi ambienti femminili. Non si tratta infatti di riunire le donne per far passerella o con altre intenzioni demagogiche di matrice elettorale o semplicemente errate.
Si tratta di mettere insieme delle combattenti per conseguire delle vittorie; si tratta di organizzarsi intorno a programmi di attività decisi democraticamente all’interno dei comitati, nell’esercizio ben percepito dell’autonomia organizzativa propria a ciascuna struttura rivoluzionaria.
Ogni responsabile dell’UFB dovrà essere compresa nel proprio ruolo, nella propria struttura, per poter essere efficace nell’azione. Ciò impone all’Unione di condurre grandi campagne di educazione politica e ideologica delle sue responsabilità, per rafforzare le strutture sul piano organizzativo a tutti i livelli.
Compagne militanti dell’UFB, la vostra unione, la nostra unione deve partecipare appieno alla lotta delle classi accanto alle masse popolari. I milioni di coscienze addormentate, svegliatesi all’indomani della rivoluzione, sono una forza potente. In Burkina Faso, il 4 agosto 1983, abbiamo scelto di contare sulle nostre forze, cioè in gran parte sulla forza che rappresentate, voi donne. Per essere utili, le vostre energie devono essere tese a liquidare le razze di sfruttatori e il dominio economico dell’imperialismo.
In quanto struttura di mobilitazione, l’UFB dovrà formare nelle militanti una coscienza politica solida, per un impegno rivoluzionario totale, nel compimento delle varie azioni realizzate dal governo per migliorare la condizione femminile. Compagne dell’UFB, sono le trasformazioni rivoluzionarie che creano le condizioni favorevoli alla vostra liberazione. Voi avete subito un doppio dominio: quello dell’imperialismo e quello dell’uomo. In ogni uomo dorme un essere feudale, un fallocrate che occorre distruggere. Quindi, dovete aderire con sollecitudine alle parole d’ordine rivoluzionarie più avanzate per accelerarne la concretizzazione e avanzare ancora pin velocemente verso l’emancipazione. Ecco perché il Consiglio nazionale della rivoluzione sottolinea con gioia la vostra intensa partecipazione a tutti i grandi cantieri nazionali e vi incita ad andare ancora oltre, per un sostegno sempre maggiore alla rivoluzione di agosto che è prima di tutto la vostra.
Partecipando in modo intenso ai grandi cantieri vi mostrate tanto più meritevoli in quanto si a sempre cercato di relegarvi in attività secondarie, con la vecchia ripartizione dei compiti a livello sociale. Invece la vostra apparente debolezza fisica non è nient’altro che la conseguenza delle regole di vanità e di gusto che questa stessa società vi impone perché siete donne. Strada facendo, la nostra società deve abbandonare concezioni feudali che fanno si che la donna non sposata venga messa al bando, senza che si capisca che questa è la traduzione del rapporto di appropriazione per il quale ogni donna deve appartenere a un uomo. Ecco perché si disprezzano le ragazze madri come se fossero le sole responsabili della loro situazione, senza ritenere l’uomo colpevole. Ecco perché le donne che non hanno figli sono perseguitate da ammuffite credenze mentre il fatto ha una spiegazione scientifica e può anche essere vinto dalla medicina.
D’altronde, la società ha imposto alle donne dei canoni estetici che ne pregiudicano l’integrità fisica: l’infibulazione, le scarificazioni [4], la limatura dei denti, la perforazione delle labbra e del naso. L’applicazione di queste regole riveste un interesse molto dubbio e, nel caso della mutilazione sessuale, compromette perfino la capacità della donna di procreare e la sua vita affettiva. Altri tipi di mutilazioni, pur meno pericolosi, come i fori alle orecchie e i tatuaggi, sono comunque un’espressione del condizionamento imposto dalla società alla donna affinché possa pretendere di trovare un marito.
Compagne militanti, vi curate tanto per meritare un uomo. Vi forate le orecchie, vi manipolate il corpo per essere accettate dagli uomini. Vi fate del male perché l’uomo vi faccia ancora più male!
Donne, compagne di lotte, è a voi che parlo. Voi che siete sfortunate in città come in campagna; voi in campagna curve sotto il peso dei diversi fardelli dello sfruttamento ignobile, "giustificato e spiegato"; voi in città, che siete considerate fortunate ma che in fondo siete tutti i giorni nell’angoscia perché non appena alzata, la donna si porta davanti al guardaroba chiedendosi cosa indossare, non per vestirsi, non per coprirsi ma soprattutto per piacere agli uomini, perché è tenuta, e obbligata a piacere agli uomini ogni giorno; voi donne al momento del pasto che vivete la triste condizione di chi non ha diritto al pasto, di chi è obbligata a risparmiarlo, a imporsi continenza e astinenza per mantenere la linea che gli uomini desiderano. Voi che la sera, prima di coricarvi, ricoperte e mascherate sotto quei numerosi prodotti che tanto detestate - lo sappiamo - ma che hanno lo scopo di nascondervi una ruga indiscreta, disgraziata, sempre ritenuta troppo precoce, un’età che comincia a mostrarsi, un doppio mento arrivato troppo presto; eccovi ogni sera obbligate a imporvi una o due ore di rituale per mantenere la bellezza, mal ricompensate d’altra parte da un marito disattento. Per poi ricominciare all’indomani all’alba.
Compagne militanti, ieri il segretariato generale dei Consigli per la difesa della rivoluzione ha iniziato con successo la costituzione dei comitati, delle sottosezioni e delle sezioni dell’Unione delle donne del Burkina. Il Commissariato politico, incaricato dell’organizzazione e della pianificazione, avrà la missione di completare la vostra piramide organizzativa con la creazione dell’ufficio nazionale dell’UFB. Non abbiamo bisogno di amministrazioni al femminile che gestiscano burocraticamente la vita delle donne o che parlino sporadicamente come funzionarie attente alla vita delle donne. Abbiamo bisogno di quelle che si batteranno perché sanno che senza battaglia non ci sarà distruzione dell’antico ordine e costruzione dell’ordine nuovo. Non cerchiamo di organizzare quel che esiste, ma di distruggerlo, di sostituirlo.
L’ufficio nazionale dell’UFB dovrà essere costituito da militanti convinte e determinate la cui disponibilità non dovrà mai far difetto, perché l’opera da portare avanti è grande. E la lotta comincia in famiglia. Queste militanti dovranno avere coscienza di rappresentare agli occhi delle masse l’immagine della donna rivoluzionaria emancipata, e dovranno comportarsi di conseguenza.
Compagne militanti, compagni militanti, cambiando l’ordine classico delle cose, l’esperienza dimostra sempre più che solo il popolo organizzato è capace di esercitare il potere democraticamente. La giustizia e l’eguaglianza che ne sono i principi di base permettono alla donna di mostrare che le società sbagliano a non accordarle fiducia sul piano politico come su quello economico. Così, la donna che esercita il potere a cui a giunta attraverso il popolo, è in grado di riabilitare tutte le donne condannate dalla storia.
La nostra rivoluzione inizia con un cambiamento qualitativo e profondo della nostra società. Esso deve necessariamente tener conto delle aspirazioni della donna burkinabé. La liberazione della donna a una necessità del futuro, ed il futuro, compagne, è ovunque portatore di rivoluzioni. Se perdiamo la lotta per la liberazione della donna, avremo perso il diritto di sperare in una trasformazione positiva superiore della nostra società. La nostra rivoluzione non avrà dunque più senso. Ed è a questa nobile lotta che siamo tutti invitati, uomini e donne.
Le nostre donne salgano in prima fila dunque! La loro vittoria finale dipenderà essenzialmente dalla loro capacità, dalla loro bravura nella lotta e dalla loro determinazione a vincere. Ogni donna deve saper trascinare un uomo per raggiungere la cima. E per questo che ogni nostra donna può trovare - nell’immensità dei suoi tesori di affetto e amore - la forza e l’abilità di incoraggiarci quando avanziamo e ridarci ottimismo quando ci abbattiamo. Ogni donna consigli un uomo, si comporti da madre con ogni uomo. Ci avete messi al mondo, ci avete educati e avete fatto di noi degli uomini.
Ogni donna - ci avete guidati fino a questo giorno - continui ad esercitare con impegno il proprio ruolo di madre, di guida. La donna abbia ben presente ciò che può fare; ogni donna si ricordi di essere al centro della Terra, ogni donna si ricordi di essere nel mondo e per il mondo, ogni donna si ricordi che la prima a piangere per un uomo è una donna. Si dice che al momento di morire ogni uomo chiami, nel suo ultimo respiro, una donna: sua madre, sua sorella, la sua compagna.
Le donne hanno bisogno degli uomini per vincere. E gli uomini hanno bisogno delle vittorie delle donne per vincere. Perché, compagne donne, accanto a ogni uomo c’e sempre una donna. La mano della donna che ha cullato l’uomo bambino, questa stessa mano cullerà tutto il mondo.
Le nostre madri ci danno la vita. Le nostre compagne mettono al mondo i nostri bambini, li nutrono, li fanno crescere e ne fanno delle persone responsabili. Le donne assicurano la perpetuazione dei popoli; le donne assicurano il futuro dell’umanità; le donne assicurano la prosecuzione del nostro operato; le donne permettono la grandezza di ogni uomo.
Madri, sorelle, compagne, non c’e nessun uomo che sia grande se non ha nessuna donna al suo fianco. Ogni uomo grande, ogni uomo forte, attinge le sue energie da una donna; la fonte inesauribile della virilità è la femminilità. La fonte inesauribile, la chiave delle vittorie sono sempre nelle mani delle donne. È vicino alla donna, sorella o compagna, che ciascuno ritrova onore e dignità.
È sempre da una donna che ciascuno di noi ritorna per cercare e ricercare consolazione, coraggio, ispirazione, per poi ripartire verso la lotta, per ricevere il consiglio che modererà la sua temerarietà, irresponsabile e presuntuosa. E sempre presso una donna che ritorniamo uomini, e ogni uomo è un bambino per ogni donna. Chi non ama la donna, chi non rispetta la donna, chi non la onora, ha disprezzato sua madre. Quindi, chi disprezza la donna disprezza e distrugge il punto focale da cui è scaturito, cioè si suicida da sé, perché pensa di non aver ragione di esistere, per essere uscito dal ventre generoso di una donna.
Compagni, guai a chi disprezza le donne! A tutti gli uomini qui e altrove, di ogni condizione e origine, a tutti gli uomini che disprezzano la donna, che ignorano e dimenticano cos’e la donna io dico: "Avete colpito una torre, sarete schiacciati".
Compagni, nessuna rivoluzione, a cominciare dalla nostra, sarà vittoriosa finché le donne non saranno liberate. La nostra lotta, la nostra rivoluzione rimarrà incompiuta finché non comprenderemo la loro liberazione come quella degli uomini. Compagne, ogni donna è la madre di un uomo. In quanto figlio e in quanto uomo non mi permetterei di consigliare o indicare la strada a una donna. Ma sappiamo pure che l’indulgenza e l’affetto della madre è anche nell’ascoltare suo figlio, i suoi capricci, i suoi sogni, le sue vanità. Ed è questo che mi rassicura e mi autorizza a rivolgermi a tutte voi.
Ecco perché, compagne, abbiamo bisogno di voi per la vera liberazione di tutti noi. So che troverete sempre la forza e il tempo di aiutarci a salvare la nostra società.
Compagne, non c’è rivoluzione sociale vera se non quando la donna è liberata. Che i miei occhi non vedano una società, che i miei passi non mi trasportino in una società dove la metà della popolazione è tenuta nel silenzio. Sento il frastuono di questo silenzio delle donne, sento il rumore della loro burrasca, sento la furia della loro rivolta. Aspetto e spero nell’irruzione feconda della rivoluzione in cui le donne porteranno la forza e la rigorosa giustezza del loro animo oppresso.
Compagne, andiamo verso la conquista del futuro. Il futuro è rivoluzionario, il futuro appartiene a chi lotta.
La patria o la morte, vinceremo!