PRATICHIAMO IL FUTURO - PARTE 11
Un'idea di resilienza e sostenibilità
Che cos’è dunque oggi il valore in un mondo così affollato, se non vogliamo farci la guerra? Ricordiamoci che competitività è una parola anticamera del conflitto. E’ la COOPERAZIONE il valore del futuro; dovremmo cooperare per usare bene le risorse che abbiamo, (per dirla alla Elinor Ostrom), per produrre la minima quantità di rifiuti, per essere pronti al futuro che comunque ci toglierà un serie di risorse su cui oggi abbiamo puntato nell’abbondanza e nella ricchezza apparente in cui viviamo.
Questo è un momento irripetibile nella storia dell’umanità, un meraviglioso momento di crisi e di svolta. Non ci sarà più il petrolio a prezzi stracciati come accadeva negli anni 50 e 60, e a ben vedere tra 100 anni al massimo il petrolio non ci sarà praticamente più, sarà antieconomico estrarlo al ritmo con cui lo stiamo usando oggi, (ritmo che tende ad aumentare).
Progettiamo questo tipo di Italia, ma prima ancora questo tipo di persona, di famiglia, di Comune, di Regione, che sia in grado di Vivere bene con obbiettivi meno superflui; (ricordiamoci che secondo il Global wealth report di Credit Suisse meno dell’1% della popolazione mondiale detiene il 38,5% della ricchezza globale). Ciò non significa medioevo, significa che invece dell’obbiettivo dell’oggetto costoso e di lusso tanto effimero quanto dissipatore di risorse, possiamo rivolgerci verso cose che ci fanno vivere bene e hanno dei costi ambientali ed economici irrisori. La cultura prima fra tutto, i tesori culturali immensi che nel caso dell’Italia tutto il mondo ci invidia e che solitamente facciamo cadere in rovina. Tutto ciò quando in molti esempi all’estero beni di importanza minore vengono conservati come reliquie e utilizzati per la creazione di circoli virtuosi nei confronti del paese stesso.
Oggi, anche grazie alla globalizzazione dell’informazione e delle relazioni sociali possiamo costruire un mondo estremamente qualitativo sul piano del livello di vita, sbarazzandoci del superfluo, passando se vogliamo a un “lusso leggero”, quello della cultura appunto, quello della gioia del fare da se, di creare, diventare artigiani della propria vita, del dedicarsi alla produzione di ciò di cui ci nutriamo, il lusso della convivialità tra persone che decidono di stare insieme e arricchirsi. Senza pensare che rinchiudersi in un guscio sempre più stretto, (ciò che ci porterebbe a fare l’individualismo crescente) possa essere la soluzione ai nostri problemi. La soluzione è il dialogo.
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