PRATICHIAMO IL FUTURO - PARTE 2
Un'idea di resilienza e sostenibilità
Suggerirei in un momento di crisi come questo di revisionare profondamente i bisogni dell’uomo, garantire la salvaguardia di ciò che di positivo abbiamo raggiunto negli ultimi 100 anni di crescita petrolifera e lasciare il resto al più presto, proiettandosi altrove. E’ stato il petrolio a permettere di raggiungere i livelli di ben-avere nei quali si trova oggi la società occidentale.
Ognuno di noi sommariamente è come se disponesse dai 50 ai 200 schiavi, a discapito di coloro che chiamiamo extra-comunitari quando raggiungono il nostro territorio; le cui condizioni di degrado socio-economico sono dovute allo sfruttamento che gli oligopoli economici del nostro occidente compiono nei loro paesi d'origine. Essi permettono a noi di mangiare pomodori d’inverno, arance d’estate e banane tutto l’anno e agli abitanti dei paesi sfruttati di morire di stenti per perdita di risorse naturali e sapere tradizionale.
Revisionare quindi non vuol dire tornare indietro, vuol dire tenerci stretto il soddisfacimento dei bisogni fondamentali e soprattutto diffonderli in maniera generalizzata a tutti i 7 miliardi di persone che abitano la terra.
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