Soda Politics: il ruolo di chi vende bibite zuccherate per promuoverne il consumo
Marion Nestle, dell’università di New York, famosa in tutto il mondo per aver raccontato con rigore l’effetto nefasto dell’industria alimentare sull’alimentazione degli americani, ha appena pubblicato il suo ultimo libro: “Soda Politics”. Nell’opera viene affrontato nel dettaglio il ruolo che le multinazionali delle bibite zuccherate (soda o soft drink) hanno svolto nel corso degli anni per promuovere il consumo dei loro prodotti nelle scuole, tra i bambini e le minoranze etniche.
Così come l’industria del tabacco ha finanziato per decenni le associazioni sanitarie americane pilotando la ricerca per confondere le idee sul reale rischio del fumo; allo stesso modo l’azienda leader mondiale, la Coca Cola, ha elargito ingenti somme di denaro a istituzioni sanitarie e altre organizzazioni. L’obiettivo è distogliere l’attenzione dal rischio dei soft drink facendo credere che: “se sei fisicamente attivo e mangi bene puoi bere qualsiasi bevanda zuccherata”.
Ma mentre le ricerche sponsorizzate dall’industria evidenziano che non c’è legame tra consumo di soft drink e salute, una mole imponente di pubblicazioni finanziate da enti governativi indica con certezza l’esatto contrario. Le bevande zuccherate hanno un ruolo importante nell’origine dell’obesità, diabete mellito di tipo 2 , carie ed altre patologie. Il modo più semplice ed efficace per ridurre queste malattie è eliminare i soft drink dalla dieta.
Il succo di frutta non dovrebbe essere considerato come una porzione di frutta
A questo punto una famiglia virtuosa cercherà bevande alternative più salutari, come a esempio i succhi di frutta, considerati ancora oggi al pari di una porzione di frutta (150 ml al 100% di frutta e senza zuccheri aggiunti). Ma “bere la frutta” non è come mangiarla: non si mastica, c’è minor fibra e il glucosio nel sangue sale rapidamente alla pari dei soft drink. Per questo nel Regno Unito si stanno adoperando per far sì che in futuro un succo non sia più considerato come una porzione di frutta. È meglio quindi ritornare a bere acqua, tè, caffè, tisane senza edulcoranti artificiali o zuccheri aggiunti.
Il libro della Nestle, che tutti i nutrizionisti dovrebbero leggere, non solo è illuminante per capire come l’industria si muove per promuovere le vendite delle bevande spazzatura, ma è anche una continua chiamata all’azione con link in rete a documenti e video che mostrano iniziative virtuose già attuate in tutto il mondo, affinchè ogni lettore diventi parte attiva nel processo di cambiamento della società.