UN MARE DI MERCURIO
Mercurio presente 2 volte su 10 sopra i limiti di legge su pesci di grossa taglia
La presenza di mercurio nei pesci grossi è un rischio noto: non per nulla abbiamo puntato la nostra lente proprio su questi. E tuttavia i risultati sono anche peggiori di quello che temevamo: non soltanto abbiamo trovato tracce di questo metallo in tutti i campioni che abbiamo portato in laboratorio, ma in molti, troppi casi ne abbiamo trovato quantità che alla lunga possono rappresentare un rischio per la salute, soprattutto per i bambini e le donne in gravidanza.
Su 46 tranci di pesce (spada, tonno, smeriglio, verdesca, palombo)che abbiamo esaminato, ben otto sono addirittura risultati fuori legge, a causa di un contenuto di mercurio superiore a 1 mg/kg, il limite già generoso che la normativa prevede per i pesci particolarmente soggetti alla presenza di questo inquinante (mentre per i pesci meno a rischio il limite è 0,5 mg/kg). Ancora di più, ben 12, sono risultati i campioni a norma di legge, ma che hanno comunque una quantità di mercurio tale da renderli sconsigliabili a donne in cinte e bambini. Insomma, l'inquinamento da mercurio nel pesce è un rischio reale, che da chi consuma grandi quantità di questo alimento non deve essere trascurato.
Diciamo subito, però, che c'è un sistema molto semplice per evitare il problema: ed è imparare a scegliere i pesci che ne sono meno soggetti. Si tratta, semplicemente, dei pesci di taglia più piccola e di quelli non carnivori.
Infatti il mercurio tende ad accumularsi nei pesci predatori, quelli che si nutrono di altri pesci, "ereditandone" via via la quota che le loro prede avevano a loro volta immagazzinato.
Rischi per la salute
Il mercurio è nell'ambiente sia a causa di fonti naturali (vulcani, incendi delle foreste, disintegrazione di rocce contenenti mercurio....) sia a seguito di inquinamento provocato da attività umane (sfruttamento delle miniere, fonderie, utilizzo di combustibili fossili...). Può essere presente nell'ambiente in tre forme distinte: il mercurio elementare o metallico, il mercurio inorganico e il mercurio organico.
I problemi sono legati soprattutto a quest'ultimo, in particolare nella sua forma, legata all'azione di alcuni microrganismi acquatici, che prende il nome di metilmercurio: è di gran lunga la forma di mercurio organico più comune nella catena alimentare e anche la più tossica. Il metilmercurio ha infatti maggiore capacità di penetrare nel nostro organismo, rispetto al mercurio inorganico; si accumula soprattutto nei globuli rossi, ed è così trasportato in giro attraverso il sangue. Arriva alla ghiandola mammaria e passa nel latte materno. Contrariamente al mercurio inorganico, il metilmercurio è inoltre in grado di attraversare la placenta (cioè l'organo che nutre il feto nel grembo materno), la barriera cerebrale e quella cerebrospinale, raggiungendo così cervello e sistema nervoso centrale.
Sono proprio il sistema nervoso e, in particolare, il cervello in via di sviluppo gli organi umani che maggiormente risentono degli effetti tossici del metilmercurio: studi recenti hanno confermato il nesso tra l'esposizione fetale al metilmercurio e il ridotto sviluppo neurologico del bambino; mentre non sono stati evidenziati effetti negativi a livello neurologico nel caso della popolazione adulta.
La tossicità del metilmercurio sul sistema cardiovascolare, suggerita da alcuni studi, non sembra essere al momento confermata.
In conclusione: l'inquinamento da mercurio è particolarmente rischioso soprattutto per le donne in gravidanza, a causa delle sue conseguenze sul feto e sul neonato, e per i bambini, che hanno ancora il cervello in formazione. Nei consigli in questa pagina le indicazioni concrete su come mettersi al riparo dal mercurio senza rinunciare al pesce, alimento quanto mai salutare e consigliabile.Altre fonti di mercurio.
Nel dicembre 2012 gli esperti del panel dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che si occupa dei contaminanti presenti nella catena alimentare, hanno emanato una opinione scientifica sul rischio per la salute legato alla presenza di mercurio e metilmercurio negli alimenti.
L'Efsa ha sottolineato che l'assunzione di metilmercurio in Europa è generalmente inferiore alla dose tollerabile. Questa può però essere superata nel caso dei bambini di età superiore a un anno e soprattutto nel caso dei forti consumatori di pesce, comprese le donne in gravidanza, per i quali la dose può essere superata anche di sei volte. Secondo gli esperti del gruppo di lavoro dell'Autorità l'esposizione al metilmercurio, dunque, può costituire motivo di preoccupazione, ma nel considerare misure di riduzione dell'esposizione a questo contaminante, occorre a loro avviso prendere in considerazione anche i benefici del consumo di pesce. Un'esposizione non alimentare al metilmercurio sembra improbabile per la popolazione europea, mentre una via di contatto non trascurabile, diversa dalla dieta, con il mercurio elementare è rappresentata dall'amalgama dentale, soprattutto in presenza di numerose otturazioni. L'esposizione al mercurio, in presenza di otturazioni dentarie, può in realtà aver luogo nel momento della messa in opera e soprattutto della rimozione delle stesse: il Comitato sui rischi dell'Unione europea ha, però, concluso che l'uso dell'amalgama debba essere considerato in ogni caso sicuro, non essendo stata evidenziata alcuna correlazione tra il suo utilizzo e l'insorgenza di malattie.
Pesce sì, ma con giudizio
Il pesce è essenziale in una alimentazione sana, soprattutto per i preziosi grassi omega 3, che proteggono il sistema cardiovascolare. Mangiarne due o più volte alla settimana resta consigliabile, nonostante gli inquinanti.
Per gli adulti, è bene non consumare più di una porzione alla settimana di pesci predatori, noti per la loro contaminazione da metilmercurio: parliamo di spada, tonno, squalo, verdesca, smeriglio, palombo, marlin, luccio.
Queste specie andrebbero alternate con altre meno contaminate: sardine, sgombri, branzini, orate, sogliole, trote, salmone e molti altri.
Il consumo di tonno in scatola è considerato più sicuro, perché i pesci utilizzati sono generalmente di più piccole dimensioni e quindi più giovani: il loro contenuto di mercurio è limitato.
Le donne che hanno programmato una gravidanza, gravide o in allattamento e i bambini dovrebbero evitare del tutto il consumo di pesci predatori per limitare i rischi del metilmercurio sul sistema nervoso in via di sviluppo.
da ALTROCONSOMO
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