VOGLIO VIVERE COSI' - PARTE 5
Come gestire pipì e pupù
Altro argomento molto interessante è la gestione della pipì e della pupù. Sembra che l’unico modo sia il pannolino usa e getta. L’ASVO ha fatto moltissima campagna sull’impatto ambientale dei pannolini. Ci dice infatti che, nei primi 2-3 anni di vita, si produce circa una tonnellata di rifiuto per ogni bambino che si concretizza in circa 6000 pannolini usa e getta pari ad un costo di circa 2000€. Dal punto di vista medico sanitario i bambini entrano in contatto con sostanze plastiche, spesso sbiancate al cloro e cosparse di prodotti chimici per renderli ultrassorbenti.
Questa cosa l’ho scoperta da poco: non è il “tessuto” del pannolino ad essere di per se ultra assorbente ma la presenza di sostanze chimiche che fanno reazione con la pipì rendendola un gel e quindi dando la sensazione di asciutto. Mi sono chiesta quali siano i prodotti di scarto di questa reazione chimica… Ci sono alcune marche, le più becere, in cui la reazione chimica produce addirittura diossina (fonte: “Senza pannolino” di Laurie Boucke).
Fin da subito ho deciso che avrei optato per i pannolini lavabili se non altro per l’impatto ambientale notevolmente diverso e anche quello economico. Quando ho iniziato ad informarmi ho ricercato notizie ed esperienze nei forum di internet scoprendo che molte mamme hanno alla fine rinunciato ai pannolini lavabili perché il culetto del proprio bambino si era tutto irritato. Ho approfondito allora la mia ricerca parlando anche e soprattutto con mamme “reali” che hanno utilizzato i pannolini lavabili. Mi hanno confermato questa cosa dell’irritazione ma che si verificava soprattutto di notte in quanto il bambino rimane bagnato tutta la notte. E’ vero! I pannolini lavabili forse non saranno la comodità per eccellenza perché devi cambiare spesso il bambino (non ti puoi permettere di lasciarlo bagnato come con gli usa e getta, pena irritazioni) e devi organizzare bene le lavatrici ma ancora una volta ci facciamo sopraffare dalla pigrizia e dal poco tempo? Inoltre dicono che con i pannolini lavabili i bambini associano molto prima la sensazione di bagnato con la causa che l’ha scatenata e si liberano mediamente prima del pannolino. Io posso solo ritenermi fortunata perché con il lavoro che faccio avrò una maternità lunga, fino al 9° mese del bambino e questo mi permetterà di prendermi cura di lui anche in questo aspetto. Ritengo che tutte le mamme dovrebbero avere questa possibilità perché i bambini sono il nostro futuro ed è disumano che una mamma debba lasciarlo a 3 mesi per tornare a lavoro. Lo stato dovrebbe tutelare maggiormente la primissima infanzia garantendo alle mamme la possibilità di stare a stretto contatto con i propri figli per garantire la possibilità di scegliere come curarli (allattamento, pannolini, svezzamento…). Tornando a lavoro a 3 mesi certe scelte diventano ancora più difficili da realizzare perché sei costretta a chiedere aiuto ad altri (asili, nonni e baby sitter) che magari non comprendono o non condividono le tue scelte.
Ci sarebbe poi il passo successivo ossia quello di non usare proprio il pannolino esattamente come succede in tutto il resto del mondo non occidentale. Lì il bambino che spesso viene portato in fascia e quindi viene prestata molta attenzione (anche se inconsciamente ma per cultura) ai segnali del bambino e al legame che si crea con la mamma, viene messo nelle condizioni di fare la pipì o la popò prima di sporcare se stesso o la mamma fin dalla nascita. Gli incidenti di percorso ci sono perché comunque è una relazione in formazione, entrambi si devono conoscere e riconoscere i propri segnali, ma con il tempo la comunicazione non verbale si affina e tutto diventa semplice e naturale. Ci si chiede se nelle nostre case così igienizzate e perfette sia possibile attuare questa pratica…ma perché almeno non provarci, con la massima flessibilità del caso e concedendosi l’imperfezione?
Anche qui vi chiedo di commentare, di dirci la vostra esperienza e la vostra idea?